IKOS: MORTE E RINASCITA DEL REGISTA GIUSEPPE SCIARRA.


BREVE DOCUMENTARIO SUL BULLISMO



” Io non credo che tutti i bambini siano buoni e puri. I miei coetanei non erano buoni e non erano puri. Erano feroci e spietati, violenti e folli, facevano ciò che gli pareva, protetti da un sistema machista che li giustificava nelle loro azioni crudeli.”

Giuseppe Sciarra regista di ” Ikos” un breve documentario realizzato per Cinetika sul bullismo con la collaborazione dell’attore Edoardo Purgatori – che presto vedremo nella serie tv di Ozpetek  “Le fate ignoranti” – accusa senza mezzi termini i suoi coetanei di un paesino in provincia di Foggia che l’hanno bullizzato dagli otto ai quattordici anni perché dicevano fosse gay.
Ikospromo

In Ikos, Purgatori narra la vicenda di Sciarra il quale sostiene che i bulli l’hanno indotto  al suicidio a causa di violenze perpetuate nel tempo. Il regista foggiano dice di essere stato più volte picchiato, minacciato, umiliato da gruppi di ragazzini e anche da persone che non conosceva all’insaputa della sua famiglia a cui nascondeva quello che gli succedeva. 

” Se fossi riuscito ad ammazzarmi i bulli del mio paese ne sarebbero stati felici, per loro sarebbe stato l’ennesimo divertimento. Sembra incredibile credere che dei minorenni siano capaci di tanta malvagità.”

L’intento di Ikos è scuotere l’opinione pubblica sulla piaga del bullismo che ha causato molte morti che non hanno ricevuto giustizia. A tal proposito, Giuseppe Sciarra con la collaborazione dell’attivista lgbtq Massimo D’Aquino sta mettendo in piedi un progetto per le scuole in cui fare vedere Ikos  ai ragazzi, ai loro genitori e gli insegnanti, esortandoli a riflettere sulle conseguenze del bullismo e sulla gravità del problema.  

Ikos ha partnership come p & g, Pride Magazine, 4dotDigital, Gaiaitaliapuntocom Notizie, Napoli Cultural Classic, l’associazione culturale la svolta e  Full Immersion  che supportano la sua causa. Il corto di Sciarra uscirà presumibilmente il prossimo autunno e vuole essere non solo un’opera filmica ma un atto politico il cui scopo è chiedere a gran voce una legge sul piano penale che contrasti il bullismo.

Non voglio che accada ad altri quello che è accaduto a me. Ti senti solo, isolato, hai paura di non riuscire a sopravvivere perché il dolore è troppo forte. Volevo morire. A nove anni iniziai a pensare di togliermi la vita. Questo pensiero lo devo ai miei carnefici. Prima di essere bullizzato ero un bambino felice.”

Sciarra sta scrivendo anche la sceneggiatura di un film sulla sua storia. L’obiettivo è quello di realizzare in futuro un lungometraggio che mostri il contesto culturale e sociale in cui è vissuto e le dinamiche che l’hanno portato a essere il capro espiatorio di molti suoi coetanei.
” Il bullismo va denunciato! Io voglio farlo col cinema. Voglio rendermi giustizia attraverso la settima arte. Lo devo al Giuseppe di allora e a tutti quei ragazzi morti per bullismo come David Peruffo o Andrea Spezzacatena. Lo devo a mia madre che ha sofferto con me e a donne straordinarie come Anna Paola Borghesan e Teresa Manes che hanno perso i loro figli per colpa dei bulli e da anni si battono per contrastare questo fenomeno.

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